Il progetto:
L’idea progettuale, di seguito descritta, ha l’obiettivo di fornire una risposta che integri sostegni abitativi, formativi e lavorativi rivolti a persone che si trovino in una situazione di difficoltà abitativa.
Si tratta di un percorso di accoglienza temporanea in coabitazione presso una struttura sita a Cavagnolo Piemonte (provincia di Torino), nella quale gli ospiti selezionati verranno inseriti ed accompagnati al raggiungimento degli obiettivi di seguito elencati.
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Gli obiettivi:
Gli obiettivi che la proposta persegue sono i seguenti
- Fornire ospitalità a persone che si trovano temporaneamente senza un’abitazione
- Promuovere azioni di socializzazione attraverso la coabitazione e i rapporti con il territorio
- Supportare gli ospiti nell’individuazione del proprio progetto di reinserimento abitativo ed eventualmente sociale attraverso azioni di accompagnamento mirate ad individuare e valorizzare le risorse personali
- Implementare/apprendere nuove mansioni lavorative attraverso la realizzazione di tirocini formativi o lavori accessori, finalizzati a sostenere gli ospiti anche negli aspetti socializzanti del lavoro (rapporti coi colleghi, rispetto delle regole ecc)
- Creare un modello ripetibile
I beneficiari:
La struttura ha una capienza massima di 5 ospiti, che verranno selezionati tra la rete di attori pubblico e privati, anche di concerto con il territorio.
Ad oggi sono stati inseriti uomini soli over 60, che non hanno a carico minori e che vivono un momento di difficoltà abitativa transitoria.
Gli ospiti sono stati selezionati attraverso segnalazione di progetti gestiti o collegati a Caritas Diocesana, progetti collegati all’Ufficio Pio, dagli incaricati del settore Emergenza Abitativa dei Comuni locali, con il Comune di Torino e Consorzi Socio Assistenziali dei territori limitrofi.
Le persone che verranno selezionate dovranno versare un piccolo contributo mensile a rimborso di una quota delle spese sostenute per la gestione della struttura e dovranno provvedere alla gestione dell’area verde circostante secondo le modalità riportate nel progetto.
Particolare attenzione verrà posta in fase di inserimento nell’ottica di mantenere quanto più possibile il mix sociale del gruppo, lavorando nell’ottica di sostenere relazioni, quanto più possibile, solidali tra pari.
Si prevede in futuro, inoltre, di coinvolgere un volontario formato del territorio che si impegna a coadiuvare le dinamiche di coabitazione e a supportare i professionisti nella gestione ed organizzazione delle mansioni.
Le azioni:
- Preparazione della struttura
Predisposizione degli spazi: Inizialmente la struttura necessitava di alcuni lavori di rispristino degli ambienti e di adeguamento degli spazi ai fini progettuali. Nel corso degli ultimi mesi sono stati eseguite alcune manutenzioni importanti come la messa a norma degli impianti, rifacimento della caldaia, ripristino del tetto, tinteggiatura degli interni, la pulizia del terreno e l’arredo. La struttura composta da 3 piani ed è attualmente predisposta per ospitare circa 5 persone.
La tavernetta, che si trova al pian terreno, si presta a essere utilizzata come laboratorio (falegnameria, produzione miele, marmellate, trasformazione, etc..)
La sala spaziosa al primo piano è stata pensata per essere utilizzata come spazio comune ed è adiacente alla cucina e al primo bagno.
Al secondo piano ci sono tre camere da letto ed un secondo bagno.
2. Costruzione della rete
Attivazione della rete locale e progettuale: l’ente gestore di concerto con Caritas Diocesana si è occupato di prendere contatti con gli attori pubblico privati che a vario titolo ruoteranno intorno al progetto. Si prevede di prendere contatti con le parrocchie di zona, con i Comuni e le Forze dell’Ordine per spiegare quali sono gli obiettivi progettuali. Attraverso questi primi contatti con il territorio verranno individuati altri soggetti che dovranno essere agganciati per la costituzione della rete.
Si intende collaborare, inoltre, con la Pastorale Migranti di Torno, l’Ufficio Pio, la rete del progetto Sis.Te.R., il progetto Housing First e Coldiretti ( per la parte di conduzione del terreno).
Importante per la buona riuscita dei percorsi di autonomia è che l’ospite abbia una rete solida di attori con diverse competenze alla quale possa rivolgersi per affrontare le problematiche (sociali, lavorative ecc) che hanno determinato il momento di difficoltà abitativa.
E’ prevista, inoltre, la presenza di un operatore professionista che avrà per gli ospiti la funzione di case manager, coprendo quindi funzioni non solo legate al percorso di inserimento nel progetto, ma anche di raccordo con i diversi soggetti che a vario titolo parteciperanno al sostegno del percorso di autonomia.
3. Selezione dei beneficiari
Individuazione dei potenziali ospiti in collaborazione con la rete. Le persone individuate sono state segnalate da enti diocesani o uffici con cui collabora la Caritas come il servizio adulti in difficoltà del Comune di Torino.
Percorso personalizzato: in fase di selezione sono stati concordati gli obiettivi di inserimento e il singolo percorso che il beneficiario seguirà durante la permanenza nella struttura. Tali accordi presi con gli ospiti verranno riportati nel ”patto di inserimento”, nel quale saranno contenute le regole di permanenza generali ma anche gli obiettivi specifici sopracitati. Questo strumento, per quanto concerne la parte del percorso personalizzato, potrà essere rivisto nel corso dell’ospitalità.
Inserimento: l’inserimento previsto è di massimo 12/18 mesi di permanenza. L’ospite verrà accompagnato alla conoscenza del gruppo di coabitazione e alla condivisione delle regole con azioni specifiche.
4. Attività
Percorsi di accompagnamento. Gli ospiti, come anticipato, saranno coinvolti direttamente nella gestione di compiti che riguardano il buon funzionamento della struttura (pulizie, manutenzione del verde, cucina ecc), Tale azione è supportata dall’operatore. Si reputa essenziale far svolgere direttamente a loro questi compiti, nell’ottica di accrescere il loro saper fare in materia di gestione domestica, con particolar attenzione all’educazione a tecniche di risparmio energetico ed economico. I beneficiari si occuperanno anche della gestione del terreno, come descritto in seguito. L’operatore incontrerà con una certa frequenza gli ospiti e accompagnerà loro nel raggiungimento degli obiettivi personali descritti nel “patto di inserimento”. Si prevede che potranno: seguire percorsi di formazione professionale; seguire corsi di lingua italiana (in caso di inserimento di persone straniere); essere inseriti in progetti specifici per la ricerca attiva di un’occupazione (come ad esempio i progetti di borse lavoro o quelli proposti dai centri per l’impiego); essere segnalati a servizi specifici per la presa in carico (assistenza sociale, Centro di Salute Mentale ecc).
Parallelamente ai percorsi individuali verranno organizzati dei momenti collettivi, presso la struttura, di formazione/accompagnamento con l’obiettivo da un lato di rinforzare il sapere dei beneficiari e dall’altro di creare occasioni più strutturate di condivisione del gruppo di coabitazione. Gli incontri avranno come oggetto il mondo del lavoro (regole dei contratti, come leggere una busta paga, come si può compilare un cv ecc), le regole per la conduzione di una casa (contratti, bollette, regole condominiali ecc) e contenuti specifici per la gestione del terreno.
Attività di agricoltura sociale: l’abitazione ha circa 8.000 mq di terreno di pertinenza. Si prevede (anche su indicazione di un agronomo che collabora con il progetto) di: impiantare delle colture che possano fornire materie prime per il sostentamento degli ospiti attraverso orti, allevare api per la produzione del miele, realizzare un piccolo laboratorio per la trasformazione di prodotti, sperimentarsi con lo zafferano. Si prevede di coinvolgere direttamente gli ospiti che, attraverso la gestione del terreno, apprenderebbero nuove mansioni lavorative e riceverebbero in cambio della prestazione un rimborso in voucher del lavoro accessorio che permetterebbe loro di sostenersi (250 € al mese a persona). Qualora fosse possibile in futuro commercializzare i prodotti si potrebbe sostenere una parte dei costi progettuali. Si pensa di coinvolgere Coldiretti in questa parte del progetto per creare una connessione con gli ospiti e qualche opportunità di formazione o impiego nel settore.
5. Il personale
La Cooperativa Synergica metterà a disposizione un collaboratore specializzato per seguire i beneficiari all’interno del progetto.
È prevista una supervisione e coordinamento interno per la verifica delle azioni e del raggiungimento degli obiettivi progettuali e una verifica periodica con la Caritas Diocesana.
Verrà individuato un agronomo per il sostegno di alcune attività specifiche ed una persona del progetto SISTER si occuperà della gestione tecnica dell’immobile ( bollette, manutenzioni ecc)
Operatore specializzato – 3,5 ore al giorno mediamente dal lunedi al venerdi ( c.a. 18 ore settimana)
Agronomo/apicoltore – consulenza formazione e monitoraggio allevamento Coordinamento/Accompagnamento – Sister